Viaggio con i libri: Nigeria

Ecco la “cura” per la sindrome di Wanderlust: la libroterapia di viaggio. Se anche tu hai grandi livelli di curiosità e irrequietezza, una continua voglia di partire e organizzare nuovi viaggi, allora parti alla scoperta del mondo con la libroterapia.

 

Nigeria

Le cose crollano di Achebe Chinua – Okonkwo è un guerriero, un lottatore, un uomo ambizioso e rispettato che sogna di divenire leader indiscusso del suo clan. Dal suo villaggio Ibo, in Nigeria, la fama di Okonkwo si è diffusa come un incendio in tutto il continente. Ma Okonkwo ha anche un carattere fiero, ostinato: non vuole essere come suo padre, molle e sentimentale, lui è deciso a non mostrare mai alcuna debolezza, alcuna emozione, se non attraverso l’uso della forza. Quando la sua comunità è costretta a fronteggiare l’irruzione degli europei, l’ordine delle cose in cui Okonkwo è nato e cresciuto comincia a crollare, e la sua reazione sarà solo il principio di una parabola che lo porterà nella polvere: da guerriero temuto e venerato, a eroe sconfitto, oltraggiato.

Gli interpreti di Wole Soyinka – All’indomani dell’Indipendenza della Nigeria e prima della guerra civile, cinque giovani intellettuali fanno ritorno in patria con grandi speranze di rinnovamento. Sono gli interpreti del titolo: Egbo, impiegato al Ministero degli Esteri; Bandele, professore universitario; Sagoe, giornalista; Sekoni, ingegnere e scultore, e Kola, artista. Essi rileggono il quadro umano e sociale dello sterminato paese africano degli anni ’60 alla luce delle esperienze culturali vissute in Occidente, ma devono ben presto fare i conti con la disillusione e con una profonda crisi morale.

L’ibisco viola di Chimamanda Ngozi Adichie – Kambili ha quindici anni. Vive a Enugu, in Nigeria, con i genitori e il fratello Jaja. Suo padre Eugene, proprietario dell’unico giornale indipendente in un Paese sull’orlo della guerra civile, è agli occhi della comunità un modello di generosità e coraggio politico: conduce una battaglia incessante per la legalità, i diritti civili, la democrazia. Ma nel chiuso delle mura domestiche, il suo fanatismo cattolico lo trasforma in un padre padrone che non disdegna la violenza. Cosí Kambili e Jaja crescono in un clima di dolorose contraddizioni fino a che, dopo un colpo di Stato, non vanno a vivere dalla zia Ifeoma. E nella nuova casa, tra musica e allegria, i due ragazzi scoprono una vita fatta di indipendenza, amore e libertà: una rivelazione che cambierà il loro futuro.
L’ibisco viola, opera d’esordio di Chimamanda Ngozi Adichie, racconta le trasformazioni civili e politiche del postcolonialismo, ma è anche un romanzo sulla linea sottile che divide l’adolescenza dall’età adulta, l’amore dall’odio.

La felicità è come l’acqua di Chinelo Okparanta – L’acqua non disseta e non bagna, piuttosto si disperde in rivoli fra le mani; è la felicità, passeggera e per questo preziosa, raccontata nelle moderne fiabe africane di Chinelo Okparanta. Leggendo le sue storie cí immergiamo, accompagnati da una lingua lirica e una cadenza folclorica, in un nuovo mondo sorretto da parole antiche, ascoltate di sottecchi mentre si cucina un riso jollof, tuonate da pulpiti, o peggio ancora mai pronunciate e sepolte in un quotidiano limaccioso e misterico, riaffiorando in superficie, annaspando per trovare l’aria. Una società rigidamente patriarcale in cui le donne sono disposte a tutto pur di sbiancarsi la pelle nel tentativo impossibile di assomigliare alle modelle lattiginose di Cosmopolitan, oppure vengono ripudiate dai mariti ed etichettate come mgbaliga, «botti vuote», quando non riescono a fare figli. Un mondo ancestrale di pozioni sciamaniche che danno la morte e di una nuova ricchezza che avvelena i pozzi e i parchi gioco.

Figli di sangue e ossa di Tomi Adeyemi – Un tempo i maji, dalla pelle d’ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orisha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l’eredità degli antenati. Al suo fianco c’è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, traverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell’acqua. Un’esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.

Binti di Nnedi Okorafor – Binti Ekeopara Zuzu Dambu Kaipka di Namib è una ragazza di etnia Himba, talmente brava in matematica e nella tecnica dell’astrolabio da venire selezionata per frequentare la prestigiosa Oomza University. È l’occasione della vita e così, nonostante la contrarietà della sua famiglia, e le radicate tradizioni della sua terra, Binti fugge dal villaggio in cui vive e si imbarca sulla Terzo Pesce per intraprendere il viaggio interstellare verso Oomza. Ma tutto cambia quando le Meduse, feroci creature belligeranti, attaccano il veicolo che la ospita, uccidendo l’equipaggio, i passeggeri, gli altri studenti che Binti ha appena conosciuto. La giovane si trova così a doversela cavare da sola, intrappolata su un’astronave piena di esseri assassini, per cinque lunghi giorni prima di raggiungere la meta. Ma chi sono le Meduse? Binti scopre che dietro la loro storia, e la guerra che hanno scatenato contro i Khoush, si nasconde molto più di quanto non appaia. E ora una serie di compiti piuttosto gravosi le si para davanti: sopravvivere alla trasferta, proteggere gli abitanti del pianeta su cui ha sede l’ateneo; e provare a usare i propri ineguagliabili talenti per porre fine a un conflitto sanguinoso.

Quando un uomo cade dal cielo di Lesley Nneka Arimah – “Quando Enebeli Okwara mandò sua figlia alla scoperta del mondo, non sapeva quello che il mondo poteva fare alle figlie.” È questo l’inizio di uno dei racconti contenuti in questo libro, storie che esplorano temi cari a tutti noi: l’importanza della famiglia, nel bene e nel male, e del luogo che chiamiamo casa; i legami tra genitori e figli, mariti e mogli, amanti e amici. E poi le differenze di classe e razza, i complicati rapporti tra giovani adolescenti e le loro madri, la guerra che distrugge le vite, e le piccole battaglie che ogni persona combatte ogni giorno. Lesley Nneka Arimah attraversa tutti i generi del racconto, da quello realistico a quello fantastico. È una scrittrice che riesce a disegnare le sue protagoniste femminili senza censurarne debolezze o difetti, ma cogliendo pienamente l’essenza dell’essere donna nelle diverse fasi della vita. Ci sono, nelle sue storie, attimi folgoranti in cui si ha l’impressione che una luce si accenda, per permetterci di vedere ciò che si cela dietro un gesto quotidiano, di intuire emozioni nascoste, di identificarci con un personaggio.

Acquadolce di Akwaeke Emezi – Ada è nata in Nigeria, in un villaggio di terra rossa, ma a diciotto anni si è trasferita negli Stati Uniti per studiare. È un’adolescente come tante: frequenta le lezioni, esce a ballare, si ubriaca, si innamora. Ma Ada è un’adolescente come nessun’altra. La sua mente è abitata da presenze oscure: non sono le paure che assediano ogni coscienza umana, ma spiriti ancestrali della sua terra, reali quanto i compagni di college con cui passa le serate. Questi spiriti l’hanno seguita nel mondo quando è nata e sono rimasti intrappolati dentro di lei. Qui dimorano e combattono e offrono sacrifici di carne alla dea serpente che li ha partoriti, ma quando un evento traumatico minaccia di distruggere questo fragile equilibrio, gli spiriti prenderanno il sopravvento e non si fermeranno davanti a niente pur di difendere la loro Ada.

Un canto libero di Odafe Atogun – Dopo essere fuggito dal proprio Paese d’origine, la Nigeria, e aver trascorso tre mesi in una lontana terra straniera di cui ignora la lingua, il famoso musicista Taduno riceve una lettera da Lela, la donna che ama. Nessuno, nemmeno Lela, sa dove lui viva attualmente, e il fatto che quella lettera sia riuscita a raggiungerlo risulta quindi inspiegabile. Lela gli fa sapere che nel corso della sua assenza il loro Paese è cambiato, e lo implora di restare dov’è e rifarsi una vita. Ma ottiene l’effetto opposto, e Taduno decide di fare ritorno per scoprire che cosa stia succedendo, senza badare ai rischi che tale gesto comporterà. E così inizia la drammatica ed epica storia di un musicista che a colpi di canzoni dà battaglia a un dittatore sanguinario, reo di aver cancellato la memoria dal suo Paese; una vicenda che, via via che la lettura procede, appare sempre più ispirata alla figura di Fela Kuti, il celebre artista africano che non rinunciò mai al diritto di diffondere la musica che riteneva giusto fare.

I pescatori di Chigozie Obioma – Nigeria, 1996. Quattro fratelli maschi, in scala, dai quindici ai nove anni. Un padre severo trasferito in una città lontana dalla banca per cui lavora. Una madre presa dai due bambini più piccoli e dal suo banco al mercato. Per Ikenna, Boja, Obe e Ben tutto questo vuol dire libertà. La libertà di andare al fiume, pericoloso e proibito, a farsi pescatori di pesci e di occasioni; la libertà di sfidarsi, litigare, misurare i propri limiti. È proprio al fiume che incontrano il pazzo Abulu, un mendicante noto per i suoi vaneggiamenti ridicoli quanto terribili. Ed è su Ikenna, il maggiore, che si abbatte la profezia di Abulu, annunciando un destino spaventoso per tutta la famiglia. I fratelli impareranno presto che quando il male invade la vita è come un fiume grande che ti porta via. Opporsi è inutile; si può solo cercare di raccontare la propria storia con onestà, come fa Ben dando voce anche a chi non c’è più. Il fato, l’infanzia che se ne va, la famiglia: sono i temi dell’esordio di Chigozie Obioma, un romanzo di formazione sospeso tra il mito e l’epica, ma anche concreto e sporco come un gioco nel fango, una storia su ciò che si perde e ciò che del passato resta per sempre con noi.

Resta con me di Ayobami Adebayo – Yejide e Akin sono giovani e innamorati, si sono sposati subito dopo essersi conosciuti all’università di Lagos, in Nigeria. In molti si aspettavano che Akin volesse prendere numerose mogli, ma lui e Yejide sono felici, la poligamia non fa per loro, non è un desiderio, né una necessità. Quattro anni più tardi, però, il pensiero di non aver avuto ancora dei figli comincia a divenire ingombrante. Hanno provato di tutto, medici della fertilità e guaritori, cure improbabili e strane miscele di erbe, ma Yejide non è riuscita a rimanere incinta. È comunque fiduciosa, sicura del suo matrimonio e nonostante le pressioni della suocera e le tensioni con il marito, dà per scontato di avere ancora del tempo, finché un giorno la sua famiglia non suona alla porta presentandole una giovane donna, la seconda moglie di Akin. Furiosa, scioccata e livida di gelosia, Yejide capisce che l’unica possibilità di salvare il suo matrimonio è restare incinta, a un prezzo di gran lunga più alto di quello che avrebbe mai osato immaginare. Resta con me, l’acclamato romanzo di esordio di Ayòbámi Adébáyò, è un libro di immensa forza emotiva sull’amore e su ciò che siamo disposti a fare per non perderlo.

In cerca di Transwonderland di Noo Saro-Wiwa – Da bambina le vacanze in Nigeria erano l’incubo di Noo: estati fatte di caldo e zanzare, senza elettricità né acqua corrente. Per lei e i suoi fratelli, abituati alla frescura del Surrey – un paradiso traboccante di Twix, cartoni animati e alberi rigogliosi -, il villaggio d’origine era una sorta di “gulag tropicale”. Poi nel 1995 suo padre, l’attivista Ken Saro-Wiwa, viene assassinato e tutto finisce. Niente più vacanze, niente più estati torride, un esilio volontario che dura molti anni, finché Noo decide di tornare per scrivere una guida sui generis. Prima tappa Lagos: traffico, bancarelle, okada che schizzano a velocità assassina, minibus stracolmi assediati da predicatori e venditori. E ancora l’asettica Abuja e l’arido Nord musulmano, i bronzi dell’antico Impero del Benin, le splendide statuette di Nok, i monoliti di Ikom e il parco dei divertimenti Transwonderland, con le sue giostre fatiscenti, specchio della decadenza di un paese minato dalla corruzione e dai conflitti interni. Nel corso del viaggio l’autrice si infuria, si rammarica, con sguardo occidentale critica e disapprova, ma la Nigeria è pur sempre la sua terra e i nigeriani il suo popolo. È il momento di riconciliarsi con loro e con il ricordo del padre.

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